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Appena ti concentri su di una cosa, sembra che tutte le altre vengano dimenticate. Soprattutto la visione (e il movimento) di insieme sembrano sfuggire.
– Ora sei mano e i piedi, le gambe decidono di fare di testa loro.
– Ora sei piede e le mani…cosa stanno facendo?
– Ora sei gambe e non esiste altro …

Poi, quando cominci a pensare a quello che stai facendo (aaah…la mente),  il resto del tuo corpo diviene come un nuotatore distratto che accortosi  improvvisamente di essersi allontanato troppo dalla riva, viene preso da panico e rischia di affogare. Ogni briciolo di coordinazione va a farsi friggere…le mani come dovevano essere? Ma il piede deve essere girato così? Ti ritrovi come un maestro che cerca di tenere seduti nei banchi un insieme di alunni indisciplinati ognuno dei quali corre dove vuole appena non osservato.
Riuscire davvero a non pensare e ad essere foglie mosse dal vento! Che fatica imparare a disimparare…
Del resto non ho mai pensato al mio corpo, se non come il supporto della mia mente. E ora, dopo anni di totale abbandono a se’ stesso ora giustamente pretende di decidere per conto suo, di mantenere le proprie abitudini, di preservare il proprio silenzio. Tiene il broncio…

– “non mi hai degnato di attenzione in tutto questo tempo e ora pretendi che io ti ascolti o ti parli? Hai una lunga strada davanti prima che io mi degni di concederti qualcosa…”

Talvolta, di fronte alle  incitazioni degli Insegnanti a sentire qualcosa, a percepire “qualcosa” di non meglio precisato, ho lo stesso senso di impossibilità e incredulità che se mi dicessero che sbattendo le braccia inizierei a volare. Posso anche crederci, ma ho comunque la percezione che debba cambiare qualcosa nel piano quasi fisico della mia realtà prima che possa verificarsi o che forse debba scoprire di avere un senso in più oltre ai cinque canonici. Un senso di cui ignoravo l’esistenza. E’ come un sordo che cerca di sentire un suono.

Eppure, per quanto sia, appunto sordo, l’intuizione che ci sia musica dove ora non si sente niente, c’è.  Come quando prendi un aereo e a terra piove e tu sai che sopra le nuvole c’è il sole. Lo sai, eppure fino a quando l’aereo non buca la coltre di nubi e ti trovi immerso nel sole in qualche modo non ci credi veramente.
Per questo, anche se non si vedono sempre in modo percettibile miglioramenti, non vi è demotivazione. In questo hanno un ruolo decisivo gli Insegnanti con la loro infinita pazienza. Vedere ognuno di noi arrancare, chi piu’ chi meno, e riprendere uno ad uno senza un apparente attimo di spazientimento non è da poco. Senza di loro forse il viaggio sarebbe gia’ finito.

Mario, Gennaio 2011